Team Sunweb, il bilancio di fine anno di Dumoulin: “Il 2018 non è l’anno dei rimpianti”
Tom Dumoulin incamera con soddisfazione e orgoglio un 2o18 scandito da tanti secondi posti. Accomodatosi sulle piazze d’onore delle classifiche finali di Giro d’Italia e Tour de France e su quella della prova a cronometro dei Mondiali di Innsbruck, dove è inoltre giunto a un passo dalla medaglia nella prova in linea, il portacolori del Team Sunweb non ci sta a giudicare come negativa una stagione che lo ha confermato ad altissimi livelli nei GT, con il primo test sul doppio appuntamento ravvicinato che lo ha visto duellare ad armi pari contro la corazzata Sky sia nella Corsa Rosa che nella Grande Boucle. Sebbene non sia riuscito a ottenere risultati pieni come gli era capitato nel 2017, quando si aggiudicò Giro, BinckBank Tour e Mondiale a cronometro, il 28enne di Maastricht analizza così la sua settima stagione tra i professionisti.
“Leggo regolarmente che è stato l’anno dei rimpianti e delle occasioni mancate – spiega a De Telegraaf – ma per me non è così. Nel 2017 è andato tutto per il verso giusto, ma ho raggiunto buoni risultati anche in questa stagione. Le classifiche finali hanno dato una dimensione veritiera, è solo un peccato non essere riuscito a trasformare in un primo almeno uno di quei tre secondi posti”, asserisce chiamando in causa quelli centrati nei due GT e in Austria alle spalle di Rohan Dennis (BMC Racing Team).
Primo neerlandese a salire sul podio di Parigi nel ventunesimo secolo, a 28 anni di distanza dal terzo posto di Erik Breukink, Dumoulin ammette di essersi meravigliato di sé stesso Oltralpe: “Dopo un Giro così pesante non mi aspettavo di più. Non è semplice essere concentrati e in forma per corse di tre settimane due volte in due mesi. Fisicamente e mentalmente è una cosa molto pesante. Ho avuto un rendimento addirittura migliore al Tour rispetto al Giro e questo mi rende orgoglioso, anche se i valori dicono che ero più fresco in Italia. Ma per quel che mi riguarda i watt non significano nulla e ci vado molto cauto a trarre conclusioni solo da quei dati”.
Tra gli aspetti perfezionati c’è stato anche l’approccio e il rendimento in salita: “Soprattutto in quelle lunghe e pesanti, con dislivelli di 5.000 metri, sono andato molto meglio rispetto al passato. Ora rendo lì come in quelle più esplosive. Sono cresciuto di un anno e mi sento più forte, ho un fisico che riesce a sostenere anche certi tipi di asperità. Consapevole di ciò mi sono allenato in salita con un approccio al lavoro leggermente diverso”.
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